L’Ecomuseo dell’Argentario di Trento: cos’è e i suoi itinerari

L’Ecomuseo dell’Argentario copre l’area dell’Altopiano del Monte Calisio, situato alle porte di Trento e che comprende i comuni di Trento, Lavis, Albiano, Fornace e Civezzano.

Questa è una zona ricca di formazioni geologiche, alcune delle quali già conosciute dall’uomo antico. Non a caso, il nome “Argentario” indica l’area mineraria presente sulla cima del monte Calisio, minerale usato già nel Medioevo.

L’associazione è nata nel 2001, per essere poi riconosciuta come Ecomuseo dalla Provincia Autonoma di Trento nel 2005.

Oggi è attiva sul territorio per tutelare, documentare e valorizzare il patrimonio storico culturale e naturale presente.

Cosa sono gli ecomusei

Dal Bilancio sociale degli Ecomusei del Trentino 2014:

“L’ecomuseo è un progetto culturale, un processo che pone al centro della sua attività il patrimonio di un certo territorio, da salvaguardare e valorizzare attraverso la partecipazione attiva della comunità che lo abita”.

L’obiettivo dell’ecomuseo è quello di far conoscere ed avvicinare il territorio prima di tutto alle persone che lo abitano e successivamente a tutti quelli che ne sono interessati.

Le attività sono indirizzate alla comunità con un unico filo conduttore, quello dello sviluppo sostenibile.

Per questo, le finalità sono:

  • salvaguardare e valorizzare le tradizioni;
  • recuperare e mantenere le attività produttive, artistiche e artigianali locali;
  • predisporre diversi percorsi che mettano in contatto la natura e la storia con i visitatori, coinvolgendoli attivamente con la ricerca e la didattica;
  • promuovere l’innovazione e lo sviluppo sostenibile.

Gli ambiti dell’Ecomuseo dell’Argentario

Le attività proposte dall’Ecomuseo dell’Argentario sono davvero tante.

Alcune possono essere fatte autonomamente come ad esempio i percorsi in montagna o nei piccoli borghi e segnalati chiaramente sul territorio.

Altre attività sono usufruibili tramite le guide specializzate perché all’interno di musei o organizzate dagli enti locali che promuovono il territorio e le sue tradizioni.

Gli itinerari e le attività sono raggruppati in quattro macro aree:

  1. il sottosuolo;
  2. la storia;
  3. la natura;
  4. l’agricoltura.

Nonostante questa distinzione, è difficile separare in modo netto le aree perché si sono sempre mescolate tra loro e le attività umane hanno influito sulla natura e sul territorio.

Il sottosuolo

L’Altopiano del Calisio è da sempre un territorio ricco a livello geologico.

In ogni epoca, le popolazioni locali hanno saputo utilizzare a proprio favore le diverse risorse del sottosuolo.

La storia e i beni del sottosuolo si mescolano nella notte dei tempi ed inizia ben 10.000 anni fa. Le prime testimonianze umane risalgono al Mesolitico quando iniziarono a diffondersi su tutto l’altopiano i primi insediamenti.

Sono stati ritrovati diversi siti archeologici come ad esempio Riparo Gaban, oggi chiuso al pubblico, ma che i reperti ritrovati qui sono visibili al MUSE Museo delle Scienze di Trento.

Altre importanti testimonianze risalgono al Medioevo quanto i Canòpi, gli antichi minatori tedeschi che hanno estratto l’argento dal Monte Calisio grazie ad una fitta rete di cunicoli.

Argento richiesto e utilizzato dai Principi Vescovi di Trento per alimentare la zecca locale.

La pietra rossa è stata usata per costruire le strade e i palazzi di Trento, oltre alle fortificazioni austroungariche.

La pietra denominata Rosso Ammonitico proviene dalle cave di Pila e dal Parco delle Coste. Il porfido invece proviene dalla zona vulcanica delle Val di Cembra.

La natura

L’Ecomuseo dell’Argentario racchiude in sé diversi ambienti naturali facilmente raggiungibili a tutti grazie ai tanti sentieri facilmente percorribili.

La natura si fa scoprire attraversi i boschi di latifoglie e conifere, i grandi prati, le torbiere e i torrenti che sbucano all’improvviso e scorrono indisturbati.

L’aspetto attuale non è solo il frutto dell’evoluzione naturale ma anche della mente umana.

Le attività millenarie come la lavorazione dei campi, l’estrazione dei minerali e della pietra, la costruzione di case private e fortini, hanno aiutato a modificare l’ambiente.

In meglio o in peggio, in base alle necessità del momento ma che oggi si cerca di preservare attraverso il giusto equilibrio tra il rimboschimento e le zone destinate a prati e radure.

L’agricoltura e le attività umane

Se ti piacciono gli itinerari enogastronomici, sei nel posto giusto!

Questo è un territorio che, nonostante sia stato difficile occuparsi di agricoltura, si è riusciti comunque a valorizzare l’area. E oggi, la sperimentazione di metodi biologici riesce a dare molte soddisfazioni.

Nel corso degli anni sono sorte aziende agricole, cantine vitinicole, agricole che danno slancio al territorio e all’economia locale.

Un’idea è quella di seguire un itinerario enogastronomico tra le ville presenti nella zona chiamata Colomello di Mezzo.

La zona che va da Martignano a Cognola è caratterizzata dalla presenza di diverse case nobiliari nate nei secoli scorsi e alcune trasformate in aziende agricole.

Oppure fare l’itinerario dei vecchi castagni nel Dos dei Triangoli tra Seregnano e Fornace.

Una zona rinomata per la coltivazione di castagno: tra castagni secolari, scorci sui prati di Penedallo e sulla Valle del Silla, è possibile imbattersi nel Maso Rodello, una residenza abbandonata.

Le attività alle quali ho partecipato

Le attività offerte dall’Ecomuseo dell’Argentario sono tante e tramite il sito puoi scegliere ciò che ti interessa di più. Ci sono proposte di itinerari e visite guidate da seguire, eventi e conoscere i vari progetti proposti.

Ti racconto le visite guidate e le attività alle quali ho partecipato.

L’Orrido di Ponte Alto

Ecomuseo dell'Argentario Orrido Ponte Trento

La visita all’Orrido di Ponte Alto è stata la prima attività che ho prenotato con l’Ecomuseo dell’Argentario.

Siamo alle porte di Trento ed è un luogo facilmente raggiungibile sia con i mezzi pubblici che con la propria auto.

Il percorso permette di ammirare uno spettacolare canyon scavato nella roccia durante i secoli dal torrente Fersina, che dai monti della Valsugana arriva nel centro storico del capoluogo.

Le guide dell’Ecomuseo ne raccontano la storia geologica, morfologica e gli eventi che ne hanno caratterizzato la struttura.

La visita dura un’ora e io consiglio vivamente di andarci in primavera quando la neve si scioglie e il torrente Fersina è in piena.

Io l’ho visitato due volte: la prima volta in primavera e la seconda in piena estate.

Due esperienze diverse ma altrettanto interessanti.

Il giardino dei Ciucioi

La visita guidata al giardino dei Ciucioi è stata una delle mie ultime scoperte per quanto riguarda l’Ecomuseo dell’Argentario.

Ci sono andata in una fredda giornata di dicembre, quando il giardino è stato riaperto al pubblico solo l’autunno prima.

Ci troviamo di fronte ad un giardino pensile creato nel corso dell’Ottocento dall’ingegno del proprietario, Tommaso Bortolotti.

Il percorso si sviluppa in verticale, seguendo una rampa elicoidale. I diversi terrazzamenti permettono di prendere respiro, ammirare il panorama della Piana Rotaliana e fare tappa in un castello non finito con il porticato, un criptoportico, una loggia rinascimentale.

Nel mezzo, una serra d’inverno che ricorda le limonaie del lago di Garda e la facciata di una finta chiesa neogotica.

Intanto mi riprometto di ritornarci ora che sta iniziando la primavera e le piante sono in fiore e ti racconto la mia visita invernale.

Giardino dei Ciucioi

I Canòpi: storia e disfida

I Canòpi sono stati primi personaggi che ho conosciuto dell’Altopiano dell’Argentario.

La loro storia si intreccia tra leggenda e realtà e forse è proprio per questo che mi sono sempre piaciuti questi particolari personaggi.

Probabilmente ti starai domandando chi siano i Canòpi e forse li starai scambiando con le canope, gli antichi vasi egizi ritrovati all’interno delle tombe egizie.

Stavolta stiamo parlando dei minatori tedeschi, molto bravi nel loro lavoro e chiamati dal Principe Vescovo di Trento per estrarre l’argento dal Monte Calisio.

Non sono rimaste molte testimonianze dei Canòpi, del loro lavoro e di come vivevano se non i fitti cunicoli all’interno della montagna.

Si suppone che loro abitazioni fossero provvisorie e i pochi reperti ritrovati sono custoditi al MUSE, come gli scalpelli, i cunei. Sono stati rinvenuti anche dei lumini in pietra per illuminare le grotte e dei bastoncini usati come torce.

Per conoscere meglio la loro storia puoi leggere il mio racconto a riguardo. E se capiterai in un giorno di primavera, ti consiglio di partecipare alla Disfida dei Canòpi che si volge durante la Festa di Primavera a Martignano.

Ti permetterà di partecipare alla rivisitazione delle diverse attività dei minatori tedeschi.

Informazioni pratiche sull’Ecomuseo dell’Argentario

Se ti ho incuriosito, ti piace la natura, conoscere la storia a riguardo, ti consiglio di consultare il sito per conoscere tutte le attività e i percorsi.

Per maggiori informazioni, puoi acquistare il pratico libricino “Ecomuseo Argentario. Guida agli itinerari nel territorio dell’Ecomuseo”.

T’aspetto a Trento!

Articolo a cura di Katia Divina

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